Corpo intero

 

È noto che attività lavorative svolte a bordo di mezzi di trasporto o di movimentazione, quali ruspe, pale meccaniche, trattori, macchine agricole, autobus, carrelli elevatori, camion, imbarcazioni, ecc., espongono il corpo a vibrazioni o impatti, che possono risultare nocivi per i soggetti esposti.

Tali vibrazioni sono definite all’interno dell’art.200 del D. Lgs n.81/08 come vibrazioni a corpo intero (Whole Body Vibration).

 

Dai numerosi studi epidemiologici pubblicati in letteratura sugli effetti dell’esposizione del corpo intero a vibrazioni, appare che i disturbi riguardanti la colonna vertebrale si riscontrino con maggiore frequenza tra lavoratori esposti a vibrazioni, piuttosto che tra soggetti non esposti.

 

Effetti sul corpo umano da esposizione a vibrazioni del corpo intero

Gli studi epidemiologici attualmente disponibili dimostrano una maggior occorrenza di lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale (spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi intervertebrale), discopatie e ernie discali lombari e/o lombosacrali nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto.

Inoltre, oltre gli effetti degenerativi della colonna vertebrale, gli studi epidemiologici hanno evidenziato altri disturbi alla salute prodotti dalle esposizioni a vibrazioni quali:

·       Disturbi cervico - brachiali

·       Disturbi digestivi

·       Effetti sull'apparato riproduttivo

·       Disturbi circolatori

·       Effetti cocleo - vestibolari

L’esposizione a vibrazioni trasmesse al tutto il corpo può causare una diminuzione delle prestazioni lavorative nei conducenti di macchine e/o veicoli e modificazioni dello stato di comfort nei passeggeri. Vibrazioni a bassa frequenza (< 0.5 Hz) possono provocare disturbi chinetosici definiti nel loro insieme come “mal dei trasporti”.

 

 

 

Modalità di Valutazione del Rischio

In generale vanno considerati esposti a vibrazioni trasmesse al corpo tutti quei lavoratori che prestino la loro abituale attività alla guida o comunque a bordo dei seguenti automezzi:

·       trattori e altre macchine agricole e forestali

·       camion industriali: carrelli elevatori, autogru, ruspe, benne etc.

·       veicoli e macchinari da escavazione nei comparti estrattivi e delle costruzioni

·       treni, autobus, e sistemi di trasporto su strada o rotaia.

 

Per poter valutare correttamente il rischio da esposizione a vibrazioni è necessario prendere in considerazione:

·       il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a vibrazioni intermittenti o a urti ripetuti;

·       i valori limite di esposizione e i valori d'azione specificati nell'art. 201 del D.Lgs. 81/08;

·       gli eventuali effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio;

·       gli eventuali effetti indiretti sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni tra le vibrazioni meccaniche e l'ambiente di lavoro o altre attrezzature;

·       le informazioni fornite dal costruttore dell'attrezzatura di lavoro;

·       l'esistenza di attrezzature alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione alle vibrazioni meccaniche;

·       il prolungamento del periodo di esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero al di là delle ore lavorative, in locali di cui il datore di lavoro è responsabile;

·       condizioni di lavoro particolari, come le basse temperature;

·       informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica.

Al fine di pianificare le successive fasi valutative è in genere utile acquisire preliminarmente le seguenti informazioni:

·       tipologia di macchinari che espongono a vibrazioni e principali utensili/accessori ad essi collegati; applicazioni per cui ciascun macchinario è utilizzato e relative modalità di impiego;

·       condizioni operative ove siano percepite le vibrazioni di maggior entità da parte degli operatori;

·       fattori che possono influenzare maggiormente l’esposizione a vibrazioni ed incrementarne i potenziali effetti dannosi, quali velocità di avanzamento, tipologia di terreno, stato di manutenzione, tipologia di sedile, vetustà del macchinario, posture assunte dal guidatore durante la guida, ulteriori fattori di rischio per la colonna vertebrale cui è esposto il lavoratore (es. movimentazione manuale di carichi).