Asse mano - braccio
Il D.Lgs. 81/08 definisce all’art. 200 le vibrazioni trasmesse al sistema Mano - Braccio (indicata con acronimo inglese HAV, Hand/Arm Vibration), come le vibrazioni che si trasmettono al lavoratore quando questo impugna utensili vibranti o materiali sottoposti a vibrazioni o impatti.
La vibrazione si trasmette alla mano e al braccio dell’operatore attraverso il contatto fisico con lo strumento.
Il rischio è presente non appena si inizia ad utilizzare, regolarmente e di frequente, un macchinario, strumento o attrezzatura che produce un elevato livello di vibrazioni.
I primi sintomi possono comparire dopo soli pochi mesi o dopo anni, in base al soggetto e all’ampiezza della vibrazione applicata alla mano.
Queste possono indurre un insieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni osteoarticolari a carico degli arti superiori, definito con termine unitario “Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio”.
I criteri valutativi definiti dal D.Lgs. 187/05 sono in linea con gli standard internazionale ISO 5349, discussi nel seguito, rappresentano attualmente il quadro di riferimento principale ai fini della prevenzione del rischio da esposizione a vibrazioni mano-braccio, ed a questi è ancorata la normativa vigente in materia di prevenzione del rischio da esposizione a vibrazioni.
Effetti sul corpo umano da esposizione a vibrazioni del sistema mano-braccio
L’esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio generate da utensili portatili e/o da manufatti impugnati e lavorati su macchinario fisso è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche a carico del sistema mano-braccio. L’insieme di tali lesioni è definito Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio.
La componente vascolare della sindrome è rappresentata da una forma secondaria di fenomeno di Raynaud definita “vibration-induced white finger” (VWF, sindrome del dito bianco) dagli autori anglosassoni; la componente neurologica è caratterizzata da un neuropatia periferica prevalentemente sensitiva; la componente osteoarticolare comprende lesioni cronico-degenerative a carico dei segmenti ossei ed articolari degli arti superiori, in particolare a livello dei polsi e dei gomiti. Alcuni studi hanno anche riportato un aumentato rischio di alterazioni muscolo-tendinee e di intrappolamento dei tronchi nervosi nei lavoratori che usano utensili vibranti. Sulla base dei risultati di una recente revisione della letteratura epidemiologica, il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH, USA) ha definito di “forte evidenza” l’associazione tra esposizione occupazionale a vibrazioni mano-braccio e occorrenza di lesioni neurovascolari e muscolo-scheletriche a carico degli arti superiori.
Modalità di Valutazione del Rischio
Per poter valutare correttamente il rischio da esposizione a vibrazioni è necessario prendere in considerazione:
· il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a vibrazioni intermittenti o a urti ripetuti;
· i valori limite di esposizione e i valori d'azione specificati nell'art. 201 del D.Lgs. 81/08;
· gli eventuali effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio;
· gli eventuali effetti indiretti sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni tra le vibrazioni meccaniche e l'ambiente di lavoro o altre attrezzature;
· le informazioni fornite dal costruttore dell'attrezzatura di lavoro;
· l'esistenza di attrezzature alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione alle vibrazioni meccaniche;
· il prolungamento del periodo di esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero al di là delle ore lavorative, in locali di cui il datore di lavoro è responsabile;
· condizioni di lavoro particolari, come le basse temperature;
· informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica.
Al fine di pianificare le successive fasi valutative è in genere utile acquisire preliminarmente le seguenti informazioni:
· tipologia di macchinari vibranti e principali utensili ad essi collegati; applicazioni per cui ciascun utensile è utilizzato; modalità di impiego di ciascun utensile;
· condizioni operative ove siano percepite le vibrazioni di maggior entità da parte degli operatori;
· fattori che possono influenzare maggiormente l’esposizione a vibrazioni, quali condizioni operative, stato di manutenzione, forza di pressione, vetustà dell’utensile, etc.
Tali informazioni possono portare all’effettuazione di stime preliminari del potenziale rischio da vibrazioni associato all’impiego dei differenti macchinari utilizzati, qualora siano disponibili dati attendibili di certificazione o di letteratura.
Valori limite di esposizione
Il rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio è stato valutato mediante l’accelerazione equivalente ponderata in frequenza riferita ad 8 ore di lavoro, A(8).
I valori limite giornalieri previsti dalla normativa vigente (art. 201 del D.Lgs. 81/08) per l’esposizione alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio riferiti sono riportati di seguito.
LIVELLO DI AZIONE |
A(8) = 2,5 m/s2 |
VALORE LIMITE DI ESPOSIZIONE |
A(8) = 5 m/s2 Abp = 20 m/s2 (per brevi periodi di esposizione) |
(*): si intende per Abp le vibrazioni di elevata intensità che si protraggono per brevi periodi
Valutazione delle accelerazioni ponderate in frequenza
La normativa prevede che i valori di accelerazione ponderata in frequenza lungo i tre assi, awx; awy; awz, e del relativo A(w)sum richiesti per il calcolo di A(8), possano essere determinati (art. 202 co. 2 del D.Lgs. 81/08) secondo le seguenti alternative:
· il riferimento ad appropriate informazioni sulla probabile entità delle vibrazioni per le attrezzature o i tipi di attrezzature nelle particolari condizioni di uso reperibili presso banche dati dell'ISPESL
· dalle informazioni fornite in materia dal costruttore delle attrezzature
· operando la misurazione, come descritto nell’allegato XXXV, parte A, punto 2 del D.Lgs. 81/08